Conoscere se stessi è l’avventura più esaltante che possiamo affrontare.
Ci sono momenti in cui è necessario allontanarsi dall’ordinario per comprenderlo meglio, altre in cui è importante violarlo ed altre ancora in cui bisogna trasformarlo mettendoci ciò che siamo per davvero.
Questo è uno dei percorsi che possiamo scegliere per riconoscerci e farci riconoscere.
Per poterlo affrontare è tuttavia importante ascoltarsi e distinguere tra intuito e paura, spesso confusi.
Oggi una breve riflessione su questi due importanti strumenti della crescita personale.
Avere intuito significa possedere una visione immediata, un sentore forte di ciò che sta per compiersi. Uno strumento che viene da molto lontano e che ha consentito agli animali quanto agli esseri umani di percepire il pericolo e di agire per tempo.
Ancor di più ha permesso loro di apprendere e far tesoro delle esperienze.
La paura è un’emozione innata che si innesca quale reazione alla realizzazione del pericolo o al suo presunto sopraggiungere.
Essa può manifestarsi subito dopo aver avuto il “flash”. Il tempo che intercorre tra l’uno e l’altro può essere così minimo da farle confondere. Addirittura potrebbe essere che l’attivazione della prima “alimenti” l’energia della seconda amplificandola.
Quando intuito e paura si fondono si perde quota e lucidità. La seconda prende in mano la situazione e agisce per come è abituata. Le conseguenze possono essere fortuitamente positive o più spesso negative.
Bisogna pertanto imparare a distinguerli e a vivere entrambi gli strumenti nel modo più opportuno.
Un intuito non ascoltato perchè oscurato dalla “prepotenza di una paura mai fino in fondo affrontata” può bloccarsi dando spazio insensato all’azione che comunque ne consegue.
Un intuito confuso con frequenza con la paura è altrettanto bloccato nel fornire le informazioni necessarie per agire. Su questo possono fondarsi e radicarsi convinzioni errate su se stessi, gli altri e le situazioni incrementando in luoghi sbagliati l’energia necessaria per realizzarsi.
Le convinzioni radicate diventano l’ordito che ostacola la trama e quindi la narrazione della propria esistenza.
Potrebbe essere utile chiedersi: è per paura o per intuito che agisco in un modo piuttosto che in un altro?
La questione è interessante perchè ci aiuta ad affrontare l’ansia e il panico da tutt’altra prospettiva.
Entreremo più in profondità nel corso di Alchimia Narrativa che terrò il 7 e 8 agosto in Calabria.
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