Alcuni assunti di un apprendimento felice.
Il 7 luglio terrò insieme alla collega Tonia Colella un corso sull’apprendimento felice.
Movimento, atteggiamento, strategie e uso delle buone parole: un mix necessario per poter vivere l’apprendimento nel migliore dei modi. Nell’epoca della tecnologizzazione del tutto, riproponiamo il modello saggio dell’interazione diretta, dell’uso del corpo in modo consapevole.
L’apprendimento ha necessità di uno spazio psicofisico nel quale prendere forma e sostanza.
Affronteremo l’argomento lascindoci guidare da alcune parole-guida.
Intanto qualche riflessione.
L’apprendimento non è una corsa a chi arriva prima al voto più alto. È piuttosto un processo a ritmo individuale. Più è fluido e osmotico, maggiori opportunità ha che si radichi e diventi esperienza trasformante e utile per favorire la crescita.
L’apprendimento è un processo di trasformazione: non siamo accumulatori compulsivi di informazioni ma persone che selezionano ciò che è più utile alla propria esistenza. Sovraccaricare è un buon modo per ostacolare. Calibrare e permettere la fermentazione di ciò che viene dato sono alla base di un’assimilazione sana.
L’apprendimento ha bisogno di strategie non di robotizzazioni: esistono diverse strategie che facilitano il processo di assimilazione, accomodamento e apprendimento. Sono tutte utili a patto che vengano insegnate con leggerezza e saggezza e non siano il centro e il punto focale di tutto il processo.
L’apprendimento è memoria e movimento: perchè si possa affermare di aver fatto esperienza di qualcosa, è necessario radicarla dentro se stessi creando traccia. Il movimento diventa uno strumento fondamentale sia a livello micro che a livello macro. “Stai fermo, zitto e seduto” è un’affermazione che andrebbe “abolita per legge”.
L’apprendimento è gioco e allegria: “prendici gusto” dovrebbe essere un’affermazione da inserire nei principi costituzionali della scuola. Quando ti diverti a fare quello che fai, l’esperienza che ne ottieni di radica ad un livello molto profondo permettendo un uso più consapevole e inconsapevole di ciò che hai appreso.
L’apprendimento è funzionale alla realizzazione del Sé: quando insegniamo qualcosa, chiediamoci se e in quale misura sta davvero contribuendo alla crescita di quella persona. Il nozionismo è importante, certo ma non è lo scopo. Può essere un mezzo, ma non l’obiettivo. L’obiettivo è permettere a chi lo riceve di generalizzare l’esperienza e applicarla ai diversi campi della sua esistenza.
L’apprendimento è relazione: ci sono maestri e allievi, certamente. Ma la relazione è alla base di tutto. L’interstizio nel quale tutto avviene e dove si decide cosa entrerà dentro di noi e cosa invece resterà fuori. Da ciò la leggerezza o la pesantezza che guideranno i passi delle persone.
L’apprendimento è mediato dalle emozioni: garantirne l’espressione e la realizzazione è fondamentale.
L’apprendimento è parola: curarla significa facilitare il processo.
Perchè l’apprendimento sia tale bisogna garantire:
1) relazione autentica
2) movimento
3) espressione emotiva
4) tempo
5) ritmo
6) collaborazione.
Armonizzare questi aspetti insieme ad altri diventa fondamentale perchè l’apprendimento non sia accumulazione compulsiva di nozioni, ma assimilazione consapevole delle esperienze.
Non è una questione del voto più alto nel più breve tempo possibile, ma un viaggio di ricerca, sperimentazione e comprensione funzionali alla crescita e alla realizzaizione personale e professionale.
Un piccolo assaggio degli assunti del lavoro che faremo con la collega Tonia Colella a Torre Melissa (KR) sabato 7 luglio. A seguire la presentazione del mio romanzo di crescita personale AD UN PASSO DA NOI.
Per informazioni: eventiscritti@gmail.com – 339.1841199 – 3201572219