L’interpretazione dei sogni: ho sognato una tartaruga rosa e una colomba provenienti dal sole.
Interpretare i sogni significa che metterli in scena dopo aver raccolto e accolto il materiale che viene direttamente dal mondo onirico e archetipico.
È una bella giornata. Cielo limpido. Il sole è particolarmente luminoso. Lo è talmente tanto che i suoi confini quasi si perdono. Dal suo centro arriva in volo una tartaruga. Non ha ali ed è rosa. Grande e pacifica, viene a posare la sua testa sotto la mia mano destra. Mi commuovo. La seconda in due giorni. Un uomo alla mia sinistra con dolcezza le indica la strada. Andrà felice in un campo di viti giovani, appena piantate. Su di una farà la pipì. Mentre la guarda allontanarsi leggera e a passo più veloce di quanto mi aspettassi mi chiedo se incontrerà quella che avevo già visto ventiquattro ore prima. A distogliere il pensiero, una colomba di grande dimensioni. Arriva anche lei dal Sole. Mi colpisce la sua arcata alare. Molto grande ed ampia. Si appoggia sulla terra. Pacifica, rimane un pò a distanza ma la sua presenza è chiara.
Gli animali sono elementi importanti in un’interpretazione. Appartenendo da prima di noi alla Natura sono portatori di conoscenze antiche e che hanno resistito al tempo e ai suoi cambiamenti. Fondamentali per mantenere l’equilibrio naturale, svolgono ognuno il loro ruolo. Da sempre le loro caratteristiche ispirano l’uomo e lo guidano nella crescita personale e spirituale.
Infatti ha costruito dei veri e propri totem e di civiltà in civiltà li ha resi Dei e li ha per questo venerati.
Sbirciamo nel mondo della tartaruga.
La tartaruga è uno degli animali più antichi della Terra. Porta su di sè la casa (il carapace) che la protegge da ogni intemperia. Il suo cammino è lento e per questo vincente. La sopravvivenza è probabilmente legata al suo modo di affrontare il tempo e di non curarsi di arrivare prima o dopo gli altri. Un animale tenace, perseverante, paziente e generoso. La sua capacità di fecondare molte uova e di mettere al mondo tanta figliolanza l’hanno reso propiziatorio per la fertilità. Gestisce bene le sue energie. Resiliente, è capace di raggiungere grandi distanze. Alcune specie hanno un carapace diviso in tredici sezioni che simboleggiano le tredici lunazioni. Per questo gli Antichi l’associano anche alla Luna, forza femminile, simbolo della maternità.
Per i Nativi Americani, essendo una creatura costiera, è da considerarsi simbolicamente una soglia, una porta. È anche custode delle Fate. Per i Cinesi, insieme alla Fenice, al Rinoceronte e al Dragone, è una forza spirituale a cui rivolgersi per le divinazioni. Si possono fare diversi approfondimenti per saperne di più su come i diversi popoli si siano rapportati nel corso della storia con questo animale, sacro perchè, data la sua permanenza longeva su questa terra, sembrerebbe davvero essere immortale.
Altro elemento onirico, il colore rosa. Potrebbe essere un invito ad essere meno aggressivo o a dare maggiore risalto alla femminilità. Attenzione a non intenderla dal punto di vista dell’immagine (anche quella da curare) ma da quello del suo contenuto. Qui si aprirebbe un mondo su come il femminino e il mascolino sono due aspetti della stessa anima. La ipo o ipertrofizzazione di uno dei due, determina uno squilibrio che a lungo andare disturba l’identità e la sua salute. La società sin da subito divide il maschio e la femmina incarcerandoli in ruoli rigidi e definiti. Il bambino va cresciuto “duro”, la bambina “morbida”. In qualche modo mettiamo il bastone tra le ruote alla naturale tendenza dell’essere umano di usare con gioia e gioco le energie più potenti che ha per essere un taumaturgo, capace di autoguarirsi e guarire. È come se confinando dal punto di vista educativo un bambino ad essere “solo uomo” e una bambina ad essere “solo donna”, recidessimo quel legame fondametale che permette di meglio sentire se stessi e la realtà circostante. È come, così facendo, se togliessimo all’essere umano la sua innata capacità di autocurarsi. Bisognerebbe abolire le frasi del tipo: i bambini non piangono; le bambole sono giochi da femminucce, non fare il maschiaccio, questa cosa è da uomo, questa cosa è da donna e via dicendo e scrivendo.
L’altro animale del sogno è la Colomba. Arriva più grande di quanto non sia in realtà e direttamente dal Sole. Elegante, arcata alare importante e regale si palesa e si fa sentire. Sbirciamo nelle civiltà per comprenderne il significato.
Simbolo di purezza, rettitudine e pace, nella lingua fenicia, significa sacerdote. I greci l’avevano consacrata alla dea Venere. Legata al concetto di oracolo, rappresenterà nella tradizione biblica sia lo Spirito Santo che la bella novella: mandata da Noè, ritornerà all’Arca con un ramoscello di ulivo a testimonianza che la terra era vicina e il diluvio ormai lontano. La venuta della Colomba preannuncia l’inizio dell’ultima fase evolutiva.
Ogni situazione che viviamo, difficile o facile che sia, impone dei passaggi di trasformazione. La scelta della direzione da dare dipende da noi. Se affrontiamo con senso di fiducia e agiamo correttamente, si passa dal momento dell’aggressione a quello dell’integrazione. Quando così non è, tutto di ripete. L’integrazione dell’esperienza e della conoscenza attraverso l’interpretazione dei segni che il buio e la luce offrono in abbondanza, permette il passaggio ad un livello superiore che comunque prevederà una nuova aggressione e conseguente integrazione.
Cos’è quindi l’aggressione? Un andare verso. Attenzione però all’intento con il quale ci muoviamo.
Chi manipola verrà manipolato,
chi usa verrà usato.
Chi ispira verrà ispirato
e chi ama verrà amato.
In principio fu il Verbo: è la “parola agente” che ha dato vita al tutto. Per comprendere dovrai avere il coraggio di stare nel Vuoto da cui tutto proviene.