La parola è energia. In quanto tale è in grado di impattare con la materia e modificarla. Che si tratti di parola scritta o detto, è ormai dimostrato, che è in grado di influenzare l’acqua modificandone i cristalli. In questo gli studi di Masaru Emoto sono straordinari.
Il corpo umano è fatto per il 70% di acqua. Pensa quindi a quanto sia potente la parola e a come possa incidere sulla salute psicofisica dell’essere umano.
Facciamo un passo in avanti, incide anche sull’apprendimento.
Alcuni studi scientifici hanno dimostrato tuttavia che scrivere ha una valenza ancor più interessante del pronunciarla a lungo termine.
In un’università america alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso condussero un esperimento su 200 ragazzi del college. Li divisero in due gruppi: ad uno chiesero di esprimere verbalmente i loro desideri e all’altro di scriverli. A distanza di anni, li rintracciarono e scoprirono che il secondo gruppo era riuscito a realizzare quanto scritto con una percentuale superiore al 70%.
Continuando con le sperimentazioni, all’Università di Stanford dimostrarono che il tasso di abbandono si era abbassato del 75% grazie all’aver chiesto ai ragazzi di mettere per iscritto le difficoltà di apprendimento incontrate.
Proviamo a fare un quadro della situazione:
- la parola sia scritta che detta influenza la materia e la modifica, migliorandola o peggiorandola a seconda della qualità della parola stessa;
- il 70% degli studenti che hanno scritto i loro desideri li hanno realizzati;
- scrivere le difficoltà di apprendimento ha ridotto del 75% il tasso di abbandono.
Cosa significa tutto questo? Che per comunicare meglio con i ragazzi bisogna lavorare sulle parole che usiamo e incentivarli a “contrattualizzare” i loro sogni e a scrivere le loro difficoltà per superarle.
Ma come usare la scrittura per fare tutto questo?
Scrivimi su eventiscritti@gmail per saperne di più.