Ormai è assodato: qualsiasi cosa mi accade, mi
insegna qualcosa di nuovo. Spesso questo “nuovo” è un vecchio che si
è vestito con altri colori. Condivido con voi l’incontro meraviglioso che ho
vissuto con il dottor Amelio. Siamo partiti da Carlopoli intorno alle dieci per
essere lì 40 minuti dopo contro ogni pronostico. La strada è libera, tanto
grande da accogliere pensieri e parole con una delle persone più importanti
della mia vita: mia madre. Dal sii gentile al fatti coraggio, lei continua ad
insegnarmi che bisogna tentare. Lei che ha affrontato la sua malattia con
grande umiltà, che non si è fatta mai abbattere del dolore e ha sempre fatto
tutto il suo meglio per prendersi cura di noi. Lei che si lascia guidare e che
al mattino inizia la giornata salutando con il cuore e la croce chi non c’è più
e Dio. Lei che prega intensamente e che ogni volta che riceve un rosario si
sente una milionaria. Lei che dice che la preghiera non fa mai male perché sono
parole del Divino. Se oggi riguardo ai suoi gesti quotidiani, mi accorgo che ha
sempre coltivato profondamente la stanza della spiritualità e che quello che ho
imparato con lo yoga della risata, in qualche modo mi era già stato insegnato
dal suo esempio. Ma ritorniamo al viaggio. C’è il sole, come sempre d’altra
parte. Entriamo a Sorbo: lì ho lasciato nel campo una sonora sconfitta (21 a 1)
ma anche il ricordo vivo di una ragazzina che correva a modo suo e con grande
entusiasmo. La sconfitta ha smesso di bruciare, l’entusiasmo continua a
divampare su altri campi e costantemente. Entriamo a Taverna e arriviamo tre
minuti in anticipo. Il dottore sta aprendo il suo studio ed io guardando
l’orologio penso che o il tempo si è fermato o qualcuno ha sbagliato a dirci
che eravamo partite in ritardo. Michela dice che ogni tanto anche le lancette
di fermano, ed in effetti, questo strano fenomeno comincia a capitarmi più
spesso di quanto non mi aspettassi. Entriamo e penso che quello è un luogo
curato e sicuro. Qualche minuto dopo siamo davanti al dottore che apre il mio cuore
a ciò che sapevo già. Il fatto è che lo fa in un modo così bello che ho quasi
l’impressione che sia la prima volta che sento dire quelle cose.
insegna qualcosa di nuovo. Spesso questo “nuovo” è un vecchio che si
è vestito con altri colori. Condivido con voi l’incontro meraviglioso che ho
vissuto con il dottor Amelio. Siamo partiti da Carlopoli intorno alle dieci per
essere lì 40 minuti dopo contro ogni pronostico. La strada è libera, tanto
grande da accogliere pensieri e parole con una delle persone più importanti
della mia vita: mia madre. Dal sii gentile al fatti coraggio, lei continua ad
insegnarmi che bisogna tentare. Lei che ha affrontato la sua malattia con
grande umiltà, che non si è fatta mai abbattere del dolore e ha sempre fatto
tutto il suo meglio per prendersi cura di noi. Lei che si lascia guidare e che
al mattino inizia la giornata salutando con il cuore e la croce chi non c’è più
e Dio. Lei che prega intensamente e che ogni volta che riceve un rosario si
sente una milionaria. Lei che dice che la preghiera non fa mai male perché sono
parole del Divino. Se oggi riguardo ai suoi gesti quotidiani, mi accorgo che ha
sempre coltivato profondamente la stanza della spiritualità e che quello che ho
imparato con lo yoga della risata, in qualche modo mi era già stato insegnato
dal suo esempio. Ma ritorniamo al viaggio. C’è il sole, come sempre d’altra
parte. Entriamo a Sorbo: lì ho lasciato nel campo una sonora sconfitta (21 a 1)
ma anche il ricordo vivo di una ragazzina che correva a modo suo e con grande
entusiasmo. La sconfitta ha smesso di bruciare, l’entusiasmo continua a
divampare su altri campi e costantemente. Entriamo a Taverna e arriviamo tre
minuti in anticipo. Il dottore sta aprendo il suo studio ed io guardando
l’orologio penso che o il tempo si è fermato o qualcuno ha sbagliato a dirci
che eravamo partite in ritardo. Michela dice che ogni tanto anche le lancette
di fermano, ed in effetti, questo strano fenomeno comincia a capitarmi più
spesso di quanto non mi aspettassi. Entriamo e penso che quello è un luogo
curato e sicuro. Qualche minuto dopo siamo davanti al dottore che apre il mio cuore
a ciò che sapevo già. Il fatto è che lo fa in un modo così bello che ho quasi
l’impressione che sia la prima volta che sento dire quelle cose.
Bastano sei A
per centrarci, per raggiungere i traguardi.
per centrarci, per raggiungere i traguardi.
La prima A è l’aria: respirare è un fatto
naturale ma necessita di consapevolezza. Quando inspiri, tu sei; quando espiri
tu sei: so am, io sono. Questo è il mantra della respirazione. Bisogna
recuperare il “diaframma” e considerare che l’ossigeno è uno degli
elementi più importanti che l’universo ci abbia donato per realizzare qualsiasi
cosa. Quando la mattina rido in solitaria per dieci minuti e poi medito per
altri quindici, so che sto facendomi un dono molto grande; so che sto
prendendomi cura di tutte le cellule che formano il mio corpo e che facendo
entrare ossigeno e facendo uscire più anidride carbonica del solito, io sto
aiutandomi a vivere meglio la mia spiritualità, la mia quotidianità.
naturale ma necessita di consapevolezza. Quando inspiri, tu sei; quando espiri
tu sei: so am, io sono. Questo è il mantra della respirazione. Bisogna
recuperare il “diaframma” e considerare che l’ossigeno è uno degli
elementi più importanti che l’universo ci abbia donato per realizzare qualsiasi
cosa. Quando la mattina rido in solitaria per dieci minuti e poi medito per
altri quindici, so che sto facendomi un dono molto grande; so che sto
prendendomi cura di tutte le cellule che formano il mio corpo e che facendo
entrare ossigeno e facendo uscire più anidride carbonica del solito, io sto
aiutandomi a vivere meglio la mia spiritualità, la mia quotidianità.
La seconda A è l’acqua: ancora ossigeno che si
accompagna con l’idrogeno. Possiamo resistere alla fame ma non alla sete. Bere
almeno un litro di acqua entro l’una è di certo una buona abitudine. Scegliere
l’acqua giusta, quella alcalina, è, come si dice in questo periodo nel mondo
wathsapp, top! Ho imparato a berne più di due litri al dì, io che ne bevevo
pochissima. All’inizio era insopportabile l’andirivieni dal bagno, poi pian
piano tutto si è regolarizzato ed adesso non posso fare a meno della mia dose.
Le cellule hanno bisogno dell’acqua per funzionare bene. Disidratarle significa
non dare loro l’opportunità di funzionare come dovrebbero. Idratarle significa
consentirci l’opportunità di realizzare meglio i nostri propositi. Ma,
attenzione! non dobbiamo ingurgitarla, bisogna gustarla perché possa lentamente
arrivare a destinazione.
accompagna con l’idrogeno. Possiamo resistere alla fame ma non alla sete. Bere
almeno un litro di acqua entro l’una è di certo una buona abitudine. Scegliere
l’acqua giusta, quella alcalina, è, come si dice in questo periodo nel mondo
wathsapp, top! Ho imparato a berne più di due litri al dì, io che ne bevevo
pochissima. All’inizio era insopportabile l’andirivieni dal bagno, poi pian
piano tutto si è regolarizzato ed adesso non posso fare a meno della mia dose.
Le cellule hanno bisogno dell’acqua per funzionare bene. Disidratarle significa
non dare loro l’opportunità di funzionare come dovrebbero. Idratarle significa
consentirci l’opportunità di realizzare meglio i nostri propositi. Ma,
attenzione! non dobbiamo ingurgitarla, bisogna gustarla perché possa lentamente
arrivare a destinazione.
La terza A è alimenti, quelli giusti per il
nostro metabolismo. Il nostro corpo ci dice subito se quello che stiamo
mangiando ci fa bene o meno. Bisogna imparare ad ascoltare i suoi segnali.
Associare i cibi più adatti a noi, cucinarli con cura, senza fretta e
sentendoli nella nostra bocca, masticandoli lentamente, è di certo un ottimo
modo per darci energia. Fermarsi durante i pasti, concentrandoci pienamente su
quello che stiamo mangiando è fondamentale per mantenere ritmi anche serrati.
nostro metabolismo. Il nostro corpo ci dice subito se quello che stiamo
mangiando ci fa bene o meno. Bisogna imparare ad ascoltare i suoi segnali.
Associare i cibi più adatti a noi, cucinarli con cura, senza fretta e
sentendoli nella nostra bocca, masticandoli lentamente, è di certo un ottimo
modo per darci energia. Fermarsi durante i pasti, concentrandoci pienamente su
quello che stiamo mangiando è fondamentale per mantenere ritmi anche serrati.
La quarta A è l’attività fisica: muoversi fa bene
non tanto perchè bruci grassi quanto perchè investi in salute mentale. Mens
sana in corpore sano: Giovenale ce l’aveva già detto. Basta una mezz’ora di
camminata al giorno per dare slancio allo spirito, alla mente, al cuore. Ed è
sempre una questione di ossigeno. C’è sempre lui di mezzo!
non tanto perchè bruci grassi quanto perchè investi in salute mentale. Mens
sana in corpore sano: Giovenale ce l’aveva già detto. Basta una mezz’ora di
camminata al giorno per dare slancio allo spirito, alla mente, al cuore. Ed è
sempre una questione di ossigeno. C’è sempre lui di mezzo!
La quinta A è l’allegria. Coltivala tutti i giorni
magari allenandoti con lo yoga della risata e il bicchiere mezzo vuoto
diventerà mezzo pieno. E’ una questione di prospettiva: se guardi il mondo con
il broncio, perderai un sacco di occasioni interessanti. Per cui raddrizza la
schiena, guarda gli altri negli occhi e sorridi. Come dice Madan Kataria, il
medico folle che vent’anni fa ha inventato questa meravigliosa tecnica, lo dice
sempre: quando tu ridi, tu cambi e quando tu cambi il mondo cambia con te.
magari allenandoti con lo yoga della risata e il bicchiere mezzo vuoto
diventerà mezzo pieno. E’ una questione di prospettiva: se guardi il mondo con
il broncio, perderai un sacco di occasioni interessanti. Per cui raddrizza la
schiena, guarda gli altri negli occhi e sorridi. Come dice Madan Kataria, il
medico folle che vent’anni fa ha inventato questa meravigliosa tecnica, lo dice
sempre: quando tu ridi, tu cambi e quando tu cambi il mondo cambia con te.
La sesta A è l’amore. Il sentimento per
eccellenza che passa attraverso l’aria, l’acqua, gli alimenti, l’attività
fisica e l’allegria e crea, ricrea. Si nutre della cura di noi stessi e degli
altri. Qualsiasi cosa facciamo necessita della nostra consapevolezza, del
nostro sentire, della nostra concentrazione. Ogni volta che prestiamo
attenzione ai passi che facciamo, il cammino diventa più importante e il
traguardo più straordinario.
eccellenza che passa attraverso l’aria, l’acqua, gli alimenti, l’attività
fisica e l’allegria e crea, ricrea. Si nutre della cura di noi stessi e degli
altri. Qualsiasi cosa facciamo necessita della nostra consapevolezza, del
nostro sentire, della nostra concentrazione. Ogni volta che prestiamo
attenzione ai passi che facciamo, il cammino diventa più importante e il
traguardo più straordinario.