Un brivido accompagna i
pensieri che vanno e vengono a diverse velocità. Qualche lacrima si affaccia ma
non è di dolore né di felicità. È semplicemente una lacrima, una commozione che
sale dal profondo a ricordarmi quanti piccoli passi ho fatto fino ad adesso e
facendomi pregustare quelli che seguiranno. Questa piccola goccia di eternità
mi ferma al presente e qui in questo istante che già non è più, eppure nuovamente
è, ritorno sull’autostrada nella mia macchina mentre Graziella e le sue bimbe
dormono ed io sicura e senza tempo mi appresto a vivere una nuova avventura.
Quanti compagni di viaggio sto incontrando lungo il mio cammino, quanti sorrisi
gentili, quante parole di incoraggiamento, quanti piccoli e grandi gesti di
affetto. Non si contano, si vivono. Sono tutti addosso e dentro di me. La strada
che porta a Castrovillari è accompagnata da una montagna maestosa e
meravigliosamente antica, il Dolcedorme. Dorme questa bellezza, cullato dal
tempo, baciato da ogni sguardo che si poggia su di esso stupito, affascinato,
innamorato. Ci accoglie Michela con la sua macchina rossa. Non poteva che essere
di questo colore perché lei è così appassionata, presente, sanguigna. Ha preparato
dei dolcini e degli involtini di melanzana per la serata che ha organizzato per
la presentazione del mio libro e per la sessione di yoga della risata che
terremo per la prima volta tutte e tre insieme. Piccoli smile gialli si
poseranno sui muffin a ricordare a chiunque che sorridere tutti i giorni è un
modo per prendersi cura di se stessi. In effetti, quanti minuti al giorno
dedichiamo alla nostra felicità? Quando tempo dedichiamo al nostro benessere?
Io sto imparando e inizio la mattina con la risata interiore e la meditazione
che si allunga di volta in volta e mi riporta alla dimensione di me. Le strade
di Castrovillari sono quasi deserte: forse è tempo di cenare. I vicoli sono
stretti come quelli di Carlopoli. In uno di questi, c’è un B&B curato così
tanto nei particolari con l’arte della più assoluta semplicità da sembrare un
hotel a cinque stelle. Dormiremo nella stanza rossa, su dei letti con i piumoni
bianchi e delle coperte sulle quali sono disegnate delle bellissime rose. Le bambini
sono eccitatissime all’idea, io respiro l’aria dell’accoglienza. Poco dopo
siamo al Germoglio, questa associazione di promozione sociale che vuole il
chilometro zero, che cura il gusto annaffiandolo con un tocco profondo di solidarietà, di bellezza, di sapori curati
della parte più bella della nostra Regione, la sua terra ricca, fertile,
fedele. Ci sarà un banchetto di delizie
preparate dai soci con i prodotti di agricoltori locali che entrano in questa
stanza coloratissima e osservano con l’aria di chi conosce i ritmi della natura
e li rispetta. Ci sono poi due signore che lavorano il filo, le stoffe e la
carta e di essi ne fanno dei meravigliosi gioielli. Mi colpisce un bracciale a
forma di fiore e di stella e degli orecchini fatti con impercettibili rotoli di
carta a forma di rombo allungato. Quanta cura. In effetti è la cura che rende
prezioso un gioiello, più del materiale di cui è composto! Inizia la
presentazione ed io mi sento a casa perché Sognando la meta è fatto di “boccacci”,
melanzane ripiene, sudore, fantasia, tenacia, amore per le montagne, le
persone, i progetti. Sono un fiume in piena. Michela mi ferma per non svelare
troppi particolari e con il suo modo di fare dà onore al mio progetto; con la
sua emozione da debutto, con la sua carica mi accompagna in questo cammino che
sempre più mi porta gioia. Mentre si prepara la sala per la sessione, qualcuno
si avvicina per avere una dedica. È sempre un’emozione per me scrivere una
frase a degli sconosciuti perché in qualche modo l’inchiostro ci legherà per
chissà quanto tempo! Inizia la sessione di Yoga della Risata. Wow come al solito
la poesia del sorriso si trasforma in un’orchestra di gioia. Uno, due, te,
quattro esercizi. La canoa, la meditazione e poi il messaggio della
straordinarietà che è insita in ogni essere umano. È subito domenica e una
nuova ondata mi travolge. In una scuola di danza altrettanto colorata e curata
nel particolare da Sara, accogliamo una trentina di persone curiose. Partono le
risate, in un attimo siamo tutti bambini travolti dalle risate e dalla
semplicità. Sperimentiamo per la prima volta “Banana, mango e kiwi” e la
meditazione delle vocali. È fantastico. C’è entusiasmo. Francesca mi dice che
sta bene, che si sente svuotata e che non vede l’ora di rifarlo. Un ragazzo, alto e tutto dentro al suo mondo, mi viene incontro, mi dice che gli è
piaciuto molto, mi chiede quando lo rifaremo e mi abbraccia con un calore che
le mie spalle possono ancora rievocare. Lo yoga della risata è anche questo azzeramento
delle distanze: non ci sono diagnosi, c’è conoscenza di sé attraverso la gioia
che può scatenare lo stare con gli altri lasciandosi andare ad una risata
spensierata eppure ricolma di speranza. Il giorno dopo, Annamaria che se avesse
potuto ci avrebbe riempito la macchina con il suo immenso dono del donare,
scrive che si sente come uno scoiattolo sugli alberi di ulivo e lì in quell’istante
di poesia capisco di essere sulla strada giusta… sognando, vivendo, ridendo!
pensieri che vanno e vengono a diverse velocità. Qualche lacrima si affaccia ma
non è di dolore né di felicità. È semplicemente una lacrima, una commozione che
sale dal profondo a ricordarmi quanti piccoli passi ho fatto fino ad adesso e
facendomi pregustare quelli che seguiranno. Questa piccola goccia di eternità
mi ferma al presente e qui in questo istante che già non è più, eppure nuovamente
è, ritorno sull’autostrada nella mia macchina mentre Graziella e le sue bimbe
dormono ed io sicura e senza tempo mi appresto a vivere una nuova avventura.
Quanti compagni di viaggio sto incontrando lungo il mio cammino, quanti sorrisi
gentili, quante parole di incoraggiamento, quanti piccoli e grandi gesti di
affetto. Non si contano, si vivono. Sono tutti addosso e dentro di me. La strada
che porta a Castrovillari è accompagnata da una montagna maestosa e
meravigliosamente antica, il Dolcedorme. Dorme questa bellezza, cullato dal
tempo, baciato da ogni sguardo che si poggia su di esso stupito, affascinato,
innamorato. Ci accoglie Michela con la sua macchina rossa. Non poteva che essere
di questo colore perché lei è così appassionata, presente, sanguigna. Ha preparato
dei dolcini e degli involtini di melanzana per la serata che ha organizzato per
la presentazione del mio libro e per la sessione di yoga della risata che
terremo per la prima volta tutte e tre insieme. Piccoli smile gialli si
poseranno sui muffin a ricordare a chiunque che sorridere tutti i giorni è un
modo per prendersi cura di se stessi. In effetti, quanti minuti al giorno
dedichiamo alla nostra felicità? Quando tempo dedichiamo al nostro benessere?
Io sto imparando e inizio la mattina con la risata interiore e la meditazione
che si allunga di volta in volta e mi riporta alla dimensione di me. Le strade
di Castrovillari sono quasi deserte: forse è tempo di cenare. I vicoli sono
stretti come quelli di Carlopoli. In uno di questi, c’è un B&B curato così
tanto nei particolari con l’arte della più assoluta semplicità da sembrare un
hotel a cinque stelle. Dormiremo nella stanza rossa, su dei letti con i piumoni
bianchi e delle coperte sulle quali sono disegnate delle bellissime rose. Le bambini
sono eccitatissime all’idea, io respiro l’aria dell’accoglienza. Poco dopo
siamo al Germoglio, questa associazione di promozione sociale che vuole il
chilometro zero, che cura il gusto annaffiandolo con un tocco profondo di solidarietà, di bellezza, di sapori curati
della parte più bella della nostra Regione, la sua terra ricca, fertile,
fedele. Ci sarà un banchetto di delizie
preparate dai soci con i prodotti di agricoltori locali che entrano in questa
stanza coloratissima e osservano con l’aria di chi conosce i ritmi della natura
e li rispetta. Ci sono poi due signore che lavorano il filo, le stoffe e la
carta e di essi ne fanno dei meravigliosi gioielli. Mi colpisce un bracciale a
forma di fiore e di stella e degli orecchini fatti con impercettibili rotoli di
carta a forma di rombo allungato. Quanta cura. In effetti è la cura che rende
prezioso un gioiello, più del materiale di cui è composto! Inizia la
presentazione ed io mi sento a casa perché Sognando la meta è fatto di “boccacci”,
melanzane ripiene, sudore, fantasia, tenacia, amore per le montagne, le
persone, i progetti. Sono un fiume in piena. Michela mi ferma per non svelare
troppi particolari e con il suo modo di fare dà onore al mio progetto; con la
sua emozione da debutto, con la sua carica mi accompagna in questo cammino che
sempre più mi porta gioia. Mentre si prepara la sala per la sessione, qualcuno
si avvicina per avere una dedica. È sempre un’emozione per me scrivere una
frase a degli sconosciuti perché in qualche modo l’inchiostro ci legherà per
chissà quanto tempo! Inizia la sessione di Yoga della Risata. Wow come al solito
la poesia del sorriso si trasforma in un’orchestra di gioia. Uno, due, te,
quattro esercizi. La canoa, la meditazione e poi il messaggio della
straordinarietà che è insita in ogni essere umano. È subito domenica e una
nuova ondata mi travolge. In una scuola di danza altrettanto colorata e curata
nel particolare da Sara, accogliamo una trentina di persone curiose. Partono le
risate, in un attimo siamo tutti bambini travolti dalle risate e dalla
semplicità. Sperimentiamo per la prima volta “Banana, mango e kiwi” e la
meditazione delle vocali. È fantastico. C’è entusiasmo. Francesca mi dice che
sta bene, che si sente svuotata e che non vede l’ora di rifarlo. Un ragazzo, alto e tutto dentro al suo mondo, mi viene incontro, mi dice che gli è
piaciuto molto, mi chiede quando lo rifaremo e mi abbraccia con un calore che
le mie spalle possono ancora rievocare. Lo yoga della risata è anche questo azzeramento
delle distanze: non ci sono diagnosi, c’è conoscenza di sé attraverso la gioia
che può scatenare lo stare con gli altri lasciandosi andare ad una risata
spensierata eppure ricolma di speranza. Il giorno dopo, Annamaria che se avesse
potuto ci avrebbe riempito la macchina con il suo immenso dono del donare,
scrive che si sente come uno scoiattolo sugli alberi di ulivo e lì in quell’istante
di poesia capisco di essere sulla strada giusta… sognando, vivendo, ridendo!